ALCEDO, Ornitologia e Natura  
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LA VOLIERA (seconda parte)

è necessario non solo tenersi aggiornati sulle nuove tecniche di allevamento ma anche per quel che attiene gli ambienti di allevamento. Si introducono nuove specie, si aumenta il numero di coppie, il numero eterogeneo dei soggetti allevati e, di conseguenza, ci si rende conto che gli ambienti di allevamento devono essere sempre aggiornati e migliorati.. Anch’io negli anni mi sono reso conto di ciò, in particolare, l’insieme variegato di gabbie, era ormai quasi del tutto obsoleto per le mie esigenze e quindi mi servivano degli ambienti più modulari, di grande componibilità in modo da creare degli spazi su misura per le varie specie allevate e per le diverse esigenze durante tutte le stagioni dell’anno. Mi rendevo anche conto che non sempre e non solo, sia le “classiche” voliere che le gabbie singole o in “batteria” potevano soddisfare le mie necessità (per esempio è impensabile utilizzare un’intera voliera per isolare un singolo soggetto oppure allargare lo spazio di allevamento assiemando più gabbie singole non predisposte a tale scopo) ma che desideravo, comunque, per quanto possibile, eliminare tutto l’”ambaradan” costituito da una moltitudine di gabbie, che si era venuto a costituire nel corso degli anni, sostituendole con un ambiente unico suddivisibile in moduli. Ci ho pensato molto e alla fine ho focalizzato la mia attenzione su di un ambiente strutturato a “matrice” o a “scacchiera”, dove ciascuna cella della matrice coincidesse con il singolo modulo, ovvero la singola gabbia. La dimensione ed il numero dei singoli moduli poteva e, in alcuni casi, doveva anche derivare, automaticamente, dallo spazio globale disponibile (matrice tridimensionale), magari allocato nei luoghi più diversi, su di una terrazza, su di un balcone, in un sottoscala oppure contro la parete di una stanza, ecc.. In tal modo, unendo o separando

 
Vista globale, alla fine della fase di montaggio, della prima voliera a "matrice.
Tale voliera è composta da 21 gabbioni da 80 x 70 x 75 cm, e può essere utilmente sfruttata per alloggiare i novelli svezzati o, unendo due moduli orizzontali adiacenti, anche per la riproduzione di fringillidi.

le varie celle adiacenti della matrice si potesse realizzare una componibilità ottimale ed assoluta, non solo in senso orizzontale (come realizzato da batterie di gabbie del commercio) ma anche in senso verticale. Definito il tipo di struttura non rimaneva che progettare un modo, il più semplice possibile, per realizzare il meccanismo di tale componibilità. Dopo aver vagliato diverse alternative e visto che avevo già un “casotto” esterno realizzato in struttura metallica chiuso sui tre lati con fogli in fibra di vetro dove alloggiavo una batteria di 32 gabbie, ho deciso di ...

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