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I SIGNORI DEGLI ANELLI (considerazioni sugli anelli inamovibili ) | |||||
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per il Frosone europeo risultò “immotivata”, vista la nostra esperienza diretta, ultra decennale nell’allevamento di tale specie - e, negli ultime 4 anni, anche Frosoni Testa Nera di Cina. - in quanto, non solo non abbiamo mai avuto problemi ad anellare i pullus con l’anello di tipo C (3,4 mm) che, in base alla crescita, può avvenire tranquillamente tra il quinto ed il settimo giorno dalla nascita, ma non abbiamo riscontrato differenze significative tra queste due sottospecie. Infatti oggi, a qualche anno di distanza, possiamo verificare le “conseguenze anomale” che questo “incremento” nella misura dell’anello ha causato. Per prima cosa, come d’incanto, appena è stata resa operativa tale modifica abbiamo assistito ad una crescita quasi “esponenziale” di allevatori di Frosoni. In precedenza tali soggetti erano molto rari e se ne contavano poche unità alle varie mostre, poi, maggiorato l’anello, sono spuntati Frosoni da tutte le parti, se ne trovavano – e ancora se ne trovano - in gran numero, non solo alle esposizioni, ma soprattutto alle mostre scambio.
Per queste ragioni, siamo molto soddisfatti che a partire dal 2005 il Frosone europeo venga anellato nuovamente con l’anello tipo C. Per quanto riguarda il Cardellino siberiano (Carduelis carduelis major) pur sottolineando che l’anello previsto in precedenza (tipo A - 2,4 mm) obiettivamente era troppo stretto, ci permettiamo di affermare, altrettanto obiettivamente che, secondo noi, l’anello di tipo B (2,9 mm). introdotto dalla Commissione Tecnica della F.O.I. per questa sottospecie, a partire dal 2002, era troppo largo e quindi di dubbia “inamovibilità”. Abbiamo constatato, per esperienza diretta di allevamento, che anellare tale sottospecie con anello micro – tipo A – significa anellare i pullus entro il 3° o 4° giorno di vita (normalmente la sera del 3° gg) con tutti i rischi annessi e connessi. Essendo il major una sottospecie protetta e quindi da anellare obbligatoriamente per legge, se ritardiamo troppo tale operazione
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rischiamo di staccare un dito ai pullus – di norma il dito medio, quello più lungo – oppure di fallire l’inanellamento. Se invece anticipiamo troppo si rischia di vedere i piccoli gettati fuori dal nido dalla femmina anche se gli anelli sono stati mascherati e mimetizzati abilmente con cerotto o, in modo più sofisticato, con dei tubicini di caucciù. Infatti, la femmina, nei primi 5 giorni di vita dei piccoli, pone una attenzione maniacale alla pulizia del nido, rimuovendo qualsiasi corpo estraneo che si trovi sul fondo del nido: l’anello essendo identificato come tale viene rimosso, con tutto quello che ne segue… il pullus. Se invece si impiega l’anello di tipo B si rischia non solo che l’anello si sfili facilmente dalla zampa - quindi serve effettuare continue ispezioni di verifica col rischio di disturbare irrimediabilmente i genitori – ma, fatto molto più grave, si rischia di ritrovare alle mostre
ornitologiche e connesse mostre scambio, oppure in vendita da commercianti disonesti, un gran numero di soggetti anellati di “frodo”, cioè uccelli selvatici catturati ed abilmente rianellati.
Finalmente con l’introduzione dell’anello tipo Y (2,7 mm) e con le nuove tabelle F.O.I. 2005, questo discorso decade completamente, non solo per questa sottospecie ma anche per altre specie di fringillidi europei ed esotici a rischio di “taroccamento” per esempio, per citarne alcune: il Fringuello, la Peppola, il Ciuffolotto europeo, il Ciuffolotto Testa Grigia ed il Ciuffolotto del Nepal. Una anomalia che in ambito F.O.I. rimane ancora non risolta è la mancanza dell’anello colorato. Purtroppo la F.O.I., a differenza di tutte le altre Federazioni europee, non ha ancora adottato l’anello colorato, che consente di verificare visivamente l’anno di nascita del soggetto, malgrado da parecchi anni ormai, la C.O.M. ne solleciti l’introduzione tramite circolare scritta.
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